Libro: ‘Una Stagione Selvaggia’

UNA STAGIONE SELVAGGIA

Di Joe R. Lansdale

Anno Edizione 2006, Pagine 192, Costo € 12,00

Traduttore C. Pinetti

Editore Einaudi (Collana Einaudi. Stile Libero. Noir)

Caso vuole che abbia letto questo primo episodio della serie Hap & Leonard per primo, anche se è uscito per ultimo, dopo aver già molto apprezzato di Joe Lansdale ‘Il Carro Magico’.

Anche questa volta si tratta di un racconto breve, non si arriva alle 200 pagine che dà la netta sensazione di essere di fronte ad uno scrittore che, prima ancora di inventarsi storie interessanti (e questa la è sino ad un certo punto), ha una straordinaria spigliatezza nella prosa. Sin dalle prime pagine si resta piacevolmente impressionati da come la narrazione ed i dialoghi scorrano fluidi, spiritosi ed arguti e si scatena quella magia del piacere nella lettura che solo in pochi sono capaci di suscitare.

I protagonisti sono due amici: Hap, ex figlio dei fiori che ha oramai messo da parte ogni illusione giovanile ma non è guarito dal fascino della sua ex all’epoca, Trudy ed un nero gay, Leonard, amico dei cani, di maniere spicce e dalla battuta sempre pronta. Nel racconto sono sparse gocce dei mirabolanti anni ’60 e spunti che si spingono sino alle lotte pacifiste contro la guerra in Vietnam. Sull’onda di queste rimembranze s’innesca una vicenda permeata di nostalgia, promossa da Trudy, che ha come obiettivo il recupero di un’auto finita alcuni anni prima, dopo una rapina in banca andata male, dentro un’ansa sperduta di un fiume insieme ad un sacco di soldi, entrambi mai recuperati.

Il limite del racconto sta nel fatto che nella seconda parte prende improvvisamente una piega decisamente drammatica che contrasta in maniera evidente con la sottile vena ironica e scanzonata della prima, sotterrando, in senso letterale, ogni rimpianto per ‘Una Stagione Selvaggia’.

Libro: ‘Un Passato Imperfetto’

UN PASSATO IMPERFETTO

Di Julian Fellowes

Anno Edizione 2009, Pagine 462, Costo € 18,00

Traduttore M. Ortelio

Editore Neri Pozza (Collana I Narratori)

Da un argomento apparentemente estraneo, come può esserlo una disamina sull’aristocrazia inglese dagli anni 60 ad oggi, ad un romanzo universale e stuzzicante, grazie alla prosa elegante, ironica e coinvolgente di Julian Fellowes.

Una storia che cattura abilmente il lettore e che meriterebbe una secondo approfondimento per meglio apprezzare le numerose acute notazioni disseminate lungo il racconto, al di là dello stesso contesto nel quale vengono espresse.

E’ un giallo, a tutti gli effetti, che passa attraverso un dettagliato studio d’ambiente e ricostruisce la storia di un uomo che non era nobile ma era riuscito, grazie al fascino irresistibile ed alla spiccata leadership, come si dice oggi, a rubare il cuore di alcune debuttanti della Stagione, il pratico sistema dei nobili per mettere in mostra le loro figlie e sistemarle con il miglior partito disponibile.

Abilissimo negli affari e divenuto ricchissimo, solo al mondo e sterile a causa di una banale parotite in età adulta, Damian Baxter riceve una lettera anonima in punto di morte, nella quale c’è scritto che una delle sua amanti di quell’epoca non gli aveva donato solo il cuore, ma aveva anche partorito un suo figlio, pur facendolo apparire come il frutto di un’altra legittima relazione. Damian contatta allora l’amico che l’aveva introdotto in quell’ambiente e che aveva poi ripudiato, qui narratore in prima persona, per incaricarlo d’individuare quello che vorrebbe diventasse l’erede universale della sua immensa fortuna. Sarà l’occasione per rivivere quegli anni, forieri di gioie e dolori ed un’analisi fuori dai denti di ambienti che ora ci appaiono così lontani e fatui, ma che un tempo vivevano esclusivamente di convenzioni e rituali che sembravano immutabili. Un mistero che si chiarisce un po’ per volta, sino al colpo di scena finale.

Un grande romanzo che può forse risultare ostico solo per il gran numero di personaggi coinvolti e l’alternanza che l’autore fa di passato e presente che, in alcuni tratti, richiede una lettura particolarmente attenta.

Libro: ‘Tre Tazze di Tè’

TRE TAZZE DI TE’

Di Greg Mortenson; David O. Relin

Anno Edizione 2008, Pagine 482, Costo € 21,50

Traduttore S. Viviani

Editore Rizzoli

Immaginate un americano che, proprio quando a New York crollano le Torri Gemelle, si trova fra Il Pakistan e l’Afghanistan, ovvero a ridosso di quella che è considerata la tana di Osama Bin Laden, del terrorismo internazionale e dell’odio verso gli Stati Uniti.

Immaginate uno scalatore professionista che, dopo aver rischiato la vita fallendo la cima del K2 nel 1993, viene salvato e curato da alcuni abitanti del luogo ed osservando la misera vita dei loro bambini, promette di tornare per costruire loro una scuola, perché l’ignoranza altrimenti li trasforma in facili prede dei terroristi.

Immaginate un uomo che con la sola forza della bontà, dell’altruismo e del sacrificio personale conquista il rispetto di popoli ed istituzioni islamiche, anche quando i suoi connazionali stanno bombardando l’Afghanistan.

Immaginate un uomo che in dispregio di ogni rischio, pur marito e padre amoroso a sua volta, non esita a mettere la sua vita al servizio dell’istruzione ed emancipazione di bambini che stanno dall’altra parte del mondo e che quindi combatte una sua personale battaglia senza armi convenzionali, ma costruendo ponti, scuole, donando libri di testo, matite colorate e pagando insegnanti che possano fornire il ‘pane della mente’, l’unico che sfama l’ignoranza e crea persone consapevoli e ragionevoli.

Questo è Greg Mortenson e questo libro racconta la sua storia. A parte il fatto che è scritto molto bene, scorrevole, anche quando si sofferma a raccontare gli usi ed i costumi delle popolazioni locali, credo sia una di quelle opere che è un dovere leggere ed invita a riflettere, senza far di tutta un’erba un fascio riguardo popoli e culture che meritano rispetto ed un futuro migliore.

Come dice ad un certo punto la deputata americana Mary Bono a commento di una delle tante conferenze tenute da Greg per trovare i finanziamenti necessari per la costruzione delle scuole: ‘Ho imparato più da lei nell’ultima ora che in tutte le riunioni del Congresso, dall’11 settembre, alle quali ho partecipato’.

Libro: ‘Sulla Pelle’

SULLA PELLE

Di Gillian Flynn

Anno Edizione 2008, Pagine 316, Costo € 16,90

Traduttrice Barbara Murgia, Editore Piemme

Se un limite si può trovare a questo giallo-thriller di Gillian Flynn è che, pur essendo condotto con grande sagacia, coinvolgendo il lettore in una ridda di ipotesi sul possibile colpevole che sta dietro l’uccisione, identica nei metodi e nella crudeltà, di due bambine in un tranquillo e sperduto paese di provincia del Missouri, quando infine l’enigma si chiarisce e ci si aspetta di scoprire chissà cosa, si resta in parte delusi ed ovviamente sta ai prossimi lettori scoprirne la ragione.

Già la copertina si presenta curiosa ed ambigua nella sua semplicità. Spartana, ma visivamente immediata ed efficace, sembra passare il messaggio che quella lametta sia il mezzo utilizzato dal brutale assassino durante la vicenda narrata all’interno quando invece…

‘Sulla pelle’ mi ha anche ricordato qualcosa di ‘Psycho’ di Hitchcock, per via dello strano rapporto fra madre e figlie, sorellastre generate con padri ed in tempi diversi, ed una certa morbosità che riguarda sia le vittime, che le stesse due sorelle, Camille Preaker in primis, giornalista inviata dal direttore dell’anemico quotidiano di Chicago a gestire un potenziale scoop nel suo paese natale, dove scoprirà di essere molto più coinvolta di quel che potesse mai supporre.

L’autrice è molto brava a sviluppare l’analisi psicologica dei personaggi coinvolti, a scavare nei meandri della perversione alla quale possono giungere certi rapporti affettivi deviati, le conseguenze che generano ed i pregiudizi di una certa provincia che sembra mostrarsi uguale dappertutto nei suoi vizi ed amenità. A coinvolgere perciò  il lettore in un crescendo di congetture e conseguenti aspettative, sino ad arrivare a quello che dicevo all’inizio. In definitiva comunque un lusinghiero esordio di una scrittrice che sembra promettere bene.

Cartellino giallo invece a chi ha revisionato la traduzione in italiano perché contiene almeno tre strafalcioni (uno ad esempio a pag. 242) che sono un po’ troppi, perlomeno per un’edizione rilegata che costa 17 euro.

Libro. ‘Suite Francese’

SUITE FRANCESE

Di Irène Némirovsky

Anno Edizione 2005

Pagine 415

Costo € 20,00

Traduttore L. Guarino Frausin

Editore Adelphi (collana ‘Biblioteca Adelphi’)                                                                                                                                                                                                                                     

Sarebbe troppo facile, leggendo soltanto la sua biografia, le vicende travagliate del recupero e quindi la pubblicazione postuma di ‘Suite Francese’, le lunghe e dettagliate note finali sui momenti atroci passati dall’autrice e dalla sua famiglia, sino alla fine ad Auschwitz, dire che si tratta di un’opera che merita un plauso, a prescindere. Sarebbe troppo facile, ma non è necessario.

I due racconti di questa suite incompiuta, ‘Tempesta in giugno’ e ‘Dolce’, sono una testimonianza, l’ennesima, di una grande scrittrice che oltretutto ha sempre espresso il suo pensiero, pur in forma romanzata, con grande equilibrio ed imparzialità. La misura con la quale rappresenta l’invasione dei tedeschi in Francia, l’occupazione ed i rapporti fra i soldati e la popolazione è in stridente contrasto con quello che le è accaduto, nonostante ciò, in seguito. Due racconti che rappresentano la disfatta francese attraverso le vicende di alcune famiglie fra loro legate per vicinanza o casualità.

Nel primo una serie di storie parallele, durante la fuga da Parigi, mentre il secondo è più concentrato su una vicenda che riguarda un ufficiale tedesco ospite di una famiglia, suo malgrado. L’abilità della Némirovsky è stata quella di far rivivere al lettore il dramma di quei momenti come se ne fosse lui medesimo protagonista. Gli stati d’animo, i piccoli e grandi drammi, la fatica e le sofferenze di chi è costretto ad abbandonare tutto, le contraddizioni evidenti nei rapporti fra vittime e carnefici, con ribaltamento delle parti in alcuni episodi, sono espressi con grande cura del particolare oltreché della sostanza, il che è sorprendente se si considera la brevità dei due racconti.

Tutti i personaggi sono ottimamente descritti e nulla è lasciato al caso oppure in sospeso. Ne rimane il senso angoscioso dell’assurdità della guerra, del sacrificio inutile di tante vite, l’essere nemici per necessità più che per convinzione ed un grande vuoto che la perdita di questa grande autrice ha lasciato, innocente in un mondo impazzito.

Libro: ‘Shantaram’

SHANTARAM

Di Gregory David Roberts

Anno Edizione 2009, Pagine 1177, Costo € 23,00

Traduttore V. Mingiardi

Editore Neri Pozza (collana ‘Le Tavole D’Oro’)

Ci sono libri, magari anche apprezzabili, che vengono consumati nello spazio temporale della lettura e dei quali poi ci si dimentica facilmente, non appena se ne inizia un altro. Ed alcuni invece che rimangono dentro a lungo, che restano come appiccicati sulla pelle e dai quali spiace distaccarsi, catturati dalla trama, dai contenuti, dai personaggi, dalla capacità narrativa dell’autore.  ‘Shantaram’ è uno di questi casi, rari ovviamente.

E’ la biografia, in forma romanzata, raccontata dallo stesso autore, di una vita spericolata, frenetica, sofferta, così vasta, drammatica e contraddittoria che è difficile ricondurla ad una sola. Un uomo che non si è fatto mancare nulla, nel bene e nel male: dall’Australia dove è inzialmente vissuto e poi fuggito di galera, a Bombay dove si è rifugiato, all’Afghanistan ed il Pakistan dove ha partecipato alla guerra fra afghani e russi. Un uomo le cui azioni sono spesso sconfinate nel crimine, come lui stesso non esita ad ammettere, ma che ha sofferto e pagato di suo, ha amato, ha donato se stesso ai più poveri e bisognosi come e meglio forse di un missionario, in un’altalena continua di consapevoli contraddizioni che derivano da un lungo e mai risolto travaglio interiore.

Il racconto è ambientato per la gran parte a Bombay nei cui contrasti stridenti, veniamo letteralmente immersi, con una descrizione così minuziosa, disincantata, spaventosa ed affascinante allo stesso tempo, che alla fine si ha la sensazione di esserci stati per davvero, di averla vista con i propri occhi ed averne percepito persino gli odori, spesso tutt’altro che piacevoli.

1200 pagine circa con rarissimi momenti di stanca. Numerosi personaggi indimenticabili, in positivo ed in negativo e la convinzione infine di aver partecipato ad una storia vera che, pur trattando temi di grande impatto emotivo, sociologico e persino di attualità politica, si sforza in ogni modo di raccontare i fatti come sono avvenuti attraverso l’esperienza diretta dell’autore, anziché giudicare o schierarsi ideologicamente per qualcuno. Un capolavoro!

Libro: ‘Scelti Dalle Tenebre – Le Cronache Dei Vampiri’

SCELTI DALLE TENEBRE

Di Anne Rice

Anno Edizione 1997, Pagine 453, Costo € 8,90

Traduttore R. Rambelli

Editore TEA (collana ‘Teadue’)

Di Anne Rice avevo letto in precedenza ‘Il vampiro di Blackwood’ e mi era piaciuto il suo stile gotico, romantico e malinconico. Mi sono quindi avvicinato a “Scelti dalle tenebre” con grandi aspettative, leggendo anche i molteplici giudizi positivi di altri lettori ed invece sono rimasto, ahimè, molto deluso.

Dopo un inizio piuttosto intrigante infatti, per intenderci sino alla trasformazione del protagonista Lestat in vampiro ed anche un po’ oltre, il romanzo cambia direzione ed entra in una lunghissima fase di ‘esaltazione’ onirica narrativa dalla quale ne esce poi solo parzialmente. Va bene l’enfasi, il voler caricare situazioni e personaggi, per evidenziare il loro status di malefici immortali, pur attanagliati da mille dubbi, ma in questo caso mi pare che l’autrice si sia fatta prendere la mano da un turbinio di temi, situazioni, soggetti e sensazioni così che i vari piani del racconto vengono come centrifugati, rendendo il tutto spesso molto confuso ed anche francamente noioso.

Ho fatto onestamente fatica a leggere alcuni capitoli ed arrivare sino alla fine. Se dovessi definire questo romanzo con un solo termine direi… eccessivo. Magari è proprio quello che era nelle intenzioni della Rice, chissà! Mi spiace uscire dal coro quindi, forse questa specie di saga sul vampiro Lestat andrebbe letta seguendo la cronologia dei vari romanzi della Rice e non iniziando dall’ultimo come ho fatto io, ma certo è che il piacere della lettura in questo caso viene sconvolto dalla prolissità e anche i dialoghi fra i personaggi a volte sembrano francamente caricati oltremodo rispetto al contesto del racconto.

Libro: ‘Orizzonte’

ORIZZONTE

Di Wilbur Smith

Anno Edizione 2009, Pagine 647, Costo € 11,80

Traduttore L. Perria

Editore TEA (collana ‘Best Seller’)

Dopo ‘Uccelli da preda’ e ‘Monsone’, ‘Orizzonte’ è il terzo capitolo della saga dei Courteney, ideata dalla fervida fantasia di Wilbur Smith. In un lasso temporale più ristretto rispetto al precedente, narra le controverse e sanguinose avventure di tre fratelli, le loro donne, i figli ed i nipoti (che presumibilmente diventeranno poi i protagonisti degli episodi successivi), fra cruente lotte e regolamenti di conti per motivi di interesse e di gelosia, contornate da suggestive atmosfere di ambiente e continui colpi di scena. Alle quali s’aggiunge la strenua contesa con la Compagnia delle Indie e l’infido califfo Zayn al-Din, per la conquista del Trono dell’Elefante.

Siamo nell’Africa del XVIII secolo, affascinante ed inesplorata, caratterizzata da belve feroci, grandi savane, popoli selvaggi e ricchezze infinite, in una terra che pare senza confini, incluse le coste splendide ma pericolose ed i mari temibili che la circondano. Luoghi ed ambienti che l’autore descrive minuziosamente negli usi ed i costumi.

Anche in questo episodio sono i sentimenti, prima ancora che altre ragioni, a scatenare e determinare la progressione degli eventi: quelli del cuore ma anche la vendetta che difatti è il nome, ‘Revenge’, di una delle navi protagoniste della battaglia conclusiva. Le donne, come nel precedente capitolo, in un ambiente selvaggio nel quale la forza fisica è determinante, sembrano apparentemente subalterne ai loro uomini, guerrieri indomiti, ma in realtà sono il motore della storia e non meno coraggiose e resistenti nelle difficili prove che devono superare.

Una sequenza di personaggi, nel bene e nel male, difficili da dimenticare: da Tom e Sarah, a Dorian e Yasmini, Jim e Louise, Mansur e Verity, Guy, il selvaggio Bakkath, Xhia, Koots, Kadem ibn Abubaker ecc .ecc. per un racconto che non si smetterebbe mai di leggere. Che poi trionfi il lieto fine può far storcere il naso ad alcuni, ma non al sottoscritto, se poi la qualità generale del romanzo è di tale levatura.

Libro: ‘Monsone’

MONSONE

Di Wilbur Smith

Anno Edizione 2001, Pagine 860, Costo € 9,00

Traduttore L. Perria

Editore TEA (collana Teadue)

Mio primo ‘incontro’ con la bibliografia di Wilbur Smith, e mi sono ritrovato immerso in un racconto denso di avventure, atmosfere, tensioni ed ambientazioni di grande fascino che, non fosse per qualche dettaglio un po’ troppo crudo, sarebbe indicato per lettori di ogni età e sesso.

L’epopea familiare dei  Courteney, che si svolge intorno al XVIII secolo, inizia in Inghilterra, si sviluppa in Africa, fra Capo di Buona Speranza e, risalendo, sino a Zanzibar, nel tragitto percorso dalle navi della Compagnia delle Indie, attraversa la vita intera dei protagonisti. Personaggi indimenticabili, nel bene e nel male come Tom, Dorian, Guy e Black Billy, all’ombra del padre Hal, rinomato comandante di navi, e donne di grande personalità e ardore, come Sarah, Yasmini, Caroline. L’autore non ha voluto far mancare nulla ai suoi lettori: viaggi rocamboleschi fra terrificanti tempeste in alcuni dei mari più temibili della terra, scontri e battaglie con i pirati, faide familiari e grandi amori; il fascino dell’Africa degli elefanti, la savana, le grandi foreste, la tratta degli schiavi, conflitti di religione e cultura fra cristiani e musulmani, califfi, harem, intrighi per il predominio ed il potere e via di questo passo per oltre 800 pagine che si leggono tutte d’un fiato, fra continui  capovolgimenti di fronte ed una intensa progressione di più fronti narrativi che procedono parallelamente.

Potrà sembrare che ci sia troppa carne al fuoco ma in realtà la scrittura di Wilbur Smith è molto fluida, invitante, attanaglia il lettore sino a togliergli il sonno dagli occhi. Se un difetto gli si vuol trovare per forza è che non ci sono grandi sorpresone e non è difficile intuire cosa sta per succedere e quali potranno essere gli sviluppi; gli avvenimenti accadono insomma proprio al momento giusto o corrono in soccorso dei protagonisti con tempismo calcolato. Tanto di cappello comunque ad un romanzo che, nel suo genere, ritengo sia un punto di riferimento.

Come sottrarsi ora a ‘Orizzonte’ che è la naturale prosecuzione di ‘Monsone’?

Libro: ‘Mal Di Pietre’

MAL DI PIETRE

Di Milena Agus

Anno Edizione 2009, Pagine 119, Costo € 13,00

Editore Nottetempo

L’idea che sta alla base di questo breve racconto, incentrato sulle vicende erotico-sentimentali della nonna dell’autrice, che ne narra la travagliata vita in prima persona inserita nel contesto di un ambiente caratterizzato come quello sardo, non sarebbe neppure male.

Non mi è piaciuto però lo stile dell’autrice che spesso sembra scrivere di getto tutto quello che le viene in mente, con periodi lunghissimi e frequenti divagazioni che finiscono per sfiancare il lettore nell’ardua impresa di seguirla. La verbosità quindi, condita da ripetute escursioni nel dialetto sardo (con traduzione a fondo pagina), finisce per rendere la lettura ostica, nervosa e faticosa. Ci si salva per il fatto che in fondo sono solo poco più di 100 pagine.

Se la descrizione dell’ambiente familiare e del contesto esterno è tuttavia efficace, a volte, l’insistenza nella descrizione di alcune prestazioni sessuali getta però un’ombra sulla volontà dell’autrice di ricorrere ad esse per colpire e stupire il lettore, piuttosto che per fornire un sostegno adeguato e necessario al racconto. Ma davvero poi questi nonni sono così sessualmente scatenati, fantasiosi e disinibiti, pur vivendo in un ambiente ed un’epoca storica caratterizzata da una grande castigatezza nei costumi?

Libro: ‘L’Ospite’

L’OSPITE

Di Stephenie Meyer

Anno Edizione 2008, Pagine 569, Costo € 18,00

Traduttore L. Fusari

Editore Rizzoli (collana 24/7)

Chi ha letto la trilogia “Twilight”, “New Moon” ed “Eclypse” di Stephenie Meyer, troverà “L’Ospite” un’opera a parte, rispetto a quella saga, ma molto matura.

Conosco persone che quando gli ho consigliato di leggere “Twilight”, ad esempio, si sono ritratte, giustificandosi con il fatto, del tutto comprensibile per carità, che non amano il genere dei vampiri. Poi qualcuna ha provato e ne è rimasta… fulminata.

La stessa cosa, ne sono certo, potrebbe capitare ora, leggendo “L’Ospite”, a chi non ama la fantascienza e gli alieni che entrano in contatto con il pianeta terra e gli uomini.

Và detto che le prime 50 pagine sono spiazzanti, si fà fatica a riconoscere lo stile della Meyer, si teme che la sua fantasia e abilità narrativa si siano spinte troppo in là, generando non poche perplessità. Poi però il racconto magicamente prende corpo su quella lunga premessa ed è un continuo crescendo che cattura il lettore senza dargli tregua sino alla fine.

Lo si divora, letteralmente ed è uno splendido esempio di fantasia a tema, che ha in realtà come obiettivo quello di esaltare la natura umana nei suoi sentimenti e contraddizioni, ma proporre anche un punto di vista esistenziale differente. E bisogna mettercela tutta per rimanere insensibili di fronte alla prospettiva dell’universo creata da Stephenie nell’occasione.

Non so quanto sia interamente sua l’idea di fondo, essendo la fantascienza un tema che ha solleticato l’immaginazione di molti, ma i nomi dei personaggi, i mondi immaginari che sono descritti dalla protagonista Wanda sono davvero intriganti. Non aggiungo altro perchè è un romanzo da gustare pagina per pagina.

A proposito, ho trovato ammirevole la scelta della Meyer di evitare qualsiasi compiacimento di natura sessuale, pur contenendo la storia parecchie situazioni nelle quali sarebbe stato facile ricorrere a particolari o descrizioni piccanti. Eppure la tensione sensuale è tutt’altro che secondaria nel contesto del racconto. Anche questa è una prova di maturità da parte dell’autrice.

Libro: ‘Le Ceneri Di Alessandria’

LE CENERI DI ALESSANDRIA

Di Steve Berry

Anno Edizione 2007, Pagine 492, Costo € 18,60

Traduttore A. Martini

Editore Nord (collana ‘Narrativa Nord’)

Cosa si chiede ad un thriller fanta-politico-religioso che propone persino qualche interrogativo riguardo l’attendibilità storica dell’Antico e Nuovo Testamento? Che non diventi ridicolo o blasfemo e da questo punto di vista Steve Berry, come racconta anche nelle note di coda, dimostra di essersi documentato minuziosamente e di aver trattato la materia con rispetto, da distaccato cronista storico. Poi, sicuramente che sia trascinante e denso di colpi di scena. E da questo punto di vista ‘Le Ceneri Di Alessandria’ stenta a prendere quota nella prima parte, quando risulta essere un po’ farraginoso, mentre diventa assolutamente irresistibile nella seconda, sino alla classica resa dei conti finale, preceduta però da una serie di capitoli nei quali le sorprese, i capovolgimenti di fronte, sono una sequela mozzafiato.

Molto bravo fra l’altro l’autore a condurre, alternando agevolmente una all’altra, le tre/quattro vicende parallele dei vari protagonisti della storia sino alla convergenza conclusiva. Certo non mancano gli stereotipi del genere: il personaggio dell’ex 007 Cotton Malone richiamato in servizio dalla tranquilla pensione della sua libreria di Copenaghen ricalca, nel bene e nel male, la nota iconografia, ma da un romanzo come questo non si possono pretendere particolari approfondimenti caratteriali, che andrebbero a scapito del ritmo, mostrando la coperta troppo corta, in un senso o nell’altro.

Molto interessante e suggestiva peraltro la questione che riguarda la scomparsa della Biblioteca di Alessandria, con i suoi, chissà, scottanti segreti, che coinvolgerebbero tutte e tre le religioni storiche: ebraica, cattolica e musulmana.

Libro: ‘L’Arciere Del Re’

L’ARCIERE DEL RE

Di Bernard Cornwell

Anno Edizione 2003, Pagine 487, Costo € 8,90

Traduttore L. Perria

Editore TEA (collana TeaDue)

Che bella sorpresa questo romanzo di Bernard Cornwell, primo che leggo di questo autore e primo anche di una trilogia ambientata ai tempi della guerra dei cent’anni fra Inghilterra e Francia.

Attraverso la ricostruzione storica di alcuni avvenimenti reali (in particolare l’assedio di Caen e la battaglia di Crecy, raccontati con grande meticolosità e pathos), si svolgono le vicende immaginarie dell’arciere Thomas, figlio illegittimo di un prete, con alle spalle la tormentata storia, a lui inizialmente ignota, della sua nobile famiglia, che ha avuto a che fare persino con gli eretici catari e l’ambìto Santo Graal.

Sfuggito al massacro del villaggio di Hookton da parte di un gruppo di bretoni per impadronirsi di una reliquia conservata dal padre, si unisce, giovanissimo, alle truppe inglesi in terra di Francia, partecipando alle note battaglie allo scopo di vendicarne la morte. Ma il destino gli ha riservato un compito ben più alto e complesso, nel quale s’intrecciano anche le storie con due donne che, pur diversissime fra loro, saranno decisive nello sviluppo degli avvenimenti della sua vita.

La descrizione delle battaglie, il ruolo decisivo svolto dagli arcieri, le strategie dei comandanti, il ‘gioco delle parti’ nei riscatti dei nobili catturati, gli orrori dei saccheggi e le violenze perpetrate dai soldati in guerra e contro il popolo inerme nelle città conquistate, sono talmente realistiche e dettagliatamente descritte, pur senza compiacimenti e facili colpi bassi nei confronti  del lettore (per quanto ci siano momenti inevitabilmente crudi), che le pagine scorrono come fossero davvero rappresentate in immagini ed è veramente difficile staccarsene. Sarebbe lunghissimo elencare i personaggi, alcuni indimenticabili, frà realtà ed immaginazione, che si susseguono lungo il racconto ed anche la nota finale dell’autore, nel citare le fonti, aggiunge, se ce ne fosse bisogno, maggior merito e credito allo stesso.

Da non perdere, così come diventa inevitabile proseguire con il secondo capitolo della trilogia.

Libro: ‘L’Anima Dei Mostri’

L’ANIMA DEI MOSTRI

Di Clare Clark

Anno Edizione 2007, Pagine 448, Costo € 18,00

Traduttore M. Ortelio

Editore Neri Pozza (collana ‘I Narratori delle Tavole’)

Titolo ambiguo, “L’anima dei mostri’, che lì per lì fà pensare, erroneamente, ad un horror, anche se poi le tematiche che affronta sono forse ancora più inquietanti.

In realtà si tratta di una storia ambientata all’inizio del 1700, in gran parte a Londra e che riguarda una giovane, Eliza, io narrante, liquidata da una madre senza scrupoli,  a seguito di una maternità imbarazzante e che si ritrova da Newcastle a Londra, ignara ospite, ma in realtà svenduta ad  uno speziale, fanatico studioso delle relazioni fra i condizionamenti esterni delle donne incinte ed i risultati dei loro parti, spalleggiato dalla glaciale e succube moglie.

Il padrone di casa in realtà è uno sperimentatore spregiudicato, sempre chiuso nel suo laboratorio, che nella delirante ambizione di ritagliarsi un momento di gloria di fronte alla Royal Society, dimostrando le sue teorie strampalate, non si esime dall’effettuare i test più aberranti sulle malcapitate di turno, usate come cavie.

E’ un romanzo che ha il suo meglio nella parte iniziale ed in quella finale, nel quale non manca un colpo di scena degno di un giallo. Il procedere parallelo delle vicende della povera Eliza e le congetture paranoiche dello speziale Bay, cinico e folle, generano qualche ripetitività e confusione nella parte centrale. La descrizione d’ambiente di Londra in quegli anni è però splendida: rumori e odori che par di sentirli davvero; l’appiccicoso inquinamento atmosferico, l’incredibile situazione di molti riguardo le condizioni igieniche più elementari. Un quadro davvero desolante, nel quale s’innestano credenze ed integralismi di tipo religioso, a supporto di insane ambizioni. Molto tenera la figura della demente Mary e commovente il finale.

Se credete ancora alle dicerie popolari riguardo le voglie delle donne incinte, leggetevi questo romanzo (che non sarà forse indimenticabile, ma del quale Clare Clark può andare comunque orgogliosa) e ve ne toglierete la… voglia.

Libro: ‘ La Spada e Il Calice’

LA SPADA E IL CALICE

Di Bernard Cornwell

Anno Edizione 2006, Pagine 423, Costo € 8,90

Traduttore D. Pini Cerutti

Editore TEA (collana TeaDue)

Capitolo conclusivo della trilogia dedicata da Cornwell al Santo Graal, il calice utilizzato da Gesù durante l’ultima cena per instaurare l’eucarestia che, secondo la leggenda, sarebbe indistruttibile e chi riuscisse ad impossessarsene si garantirebbe l’immortalità e l’invincibilità.

Se i primi due episodi: ‘L’Arciere del Re’ e ‘Il Cavaliere Nero’ erano immersi in episodi storici realmente avvenuti, le battaglie fra Francia ed Inghilterra durante la guerra dei cento anni o quella fra Inghilterra e Scozia, all’interno delle quali si sviluppavano, adattandosi, le avventure fantastiche dell’arciere Thomas di Hookton, in ‘La Spada e il Calice’, per ammissione dello stesso autore, la fantasia prende il sopravvento. Ma non ci se ne accorge, francamente,  perché Cornwell mantiene il suo stile incalzante, accuratamente descrittivo, come naturale prosecuzione dei precedenti capitoli.

Le vicende si svolgono, per la gran parte, dentro e nei dintorni della immaginaria fortezza di Castillon d’Arbizon, laddove tutti i nodi sparsi in precedenza durante il lungo racconto vengono al pettine.

Il ragazzo spaurito dell’inizio della saga, Thomas, è divenuto, nel corso degli innumerevoli eventi, un uomo robusto, un mirabile arciere, capace di comandare altri soldati e dotato di grande personalità e coraggio, al punto da sfidare anche le leggi assurde stabilite dagli inquisitori della Chiesa, pur di salvare dal rogo la giovinetta Geneviève, accusata ingiustamente di eresia, che lo affiancherà poi sino all’epilogo, affrontando insieme a lui ogni genere di difficoltà, ivi inclusa la terribile pestilenza che sterminò quasi metà della popolazione europea del tempo.

Un grande affresco medievale quindi che Cornwell ha il merito di aver reso allo stesso tempo misterioso, atroce, perverso, leggendario, trascinante, riuscendo nel difficile intento di tenere incollato il lettore alle sue oltre mille pagine, sommando i tre episodi, fra le quali è difficile ricordare momenti di stanca.

Libro: ‘La Regina Dei Castelli Di Carta’

LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA

Di Stieg Larsson

Anno Edizione 2008, Pagine 754, Costo € 21,50

Traduttore C. Cima Giorgetti

Editore Marsilio (Collana ‘Farfalle’)

676 – 754 – 857… No, non è una sequenza di numeri da giocare in un prossimo concorso a premi, ma il totale delle pagine, rispettivamente, dei tre episodi della serie Millennium, della quale ‘La regina dei castelli di carta’ è l’ultimo e, in questa curiosa progressione, anche il più lungo.

L’ho iniziato subito dopo aver finito ‘La ragazza che giocava con il fuoco’ pur temendo che potesse subentrare una sorta di nausea, un calo di interesse determinato proprio dall’analogia degli argomenti e dei personaggi. Dopo aver letto le prime pagine, in effetti ho avuto la tentazione di passare ad un tema diverso. Ma ne sono bastate poche altre per ritrovarmi immerso nuovamente in questa storia avvolgente, apparentemente infinita e togliermi un’altra volta il sonno dagli occhi per scoprire come va a terminare.

Quest’ultimo episodio, essendo quello che deve far quadrare il cerchio, svelando tutto ciò che nei due precedenti era rimasto in sospeso, è quello forse più descrittivo, rievocativo, riguardo ad esempio il ruolo dei servizi segreti e la parte processuale, che segue ovviamente i canoni noti, ma si resta ammirati anche questa volta dalla lucidità narrativa dell’autore, dalla cura dei personaggi ed avvenimenti, dalla scioltezza dei dialoghi, del linguaggio, dalla padronanza dei temi, senza che nulla venga perso per strada lungo l’arco delle quasi 1300 pagine complessive.

Alla fine subentra persino il rammarico di perdere nei protagonisti Lisbeth Salander e Mikael Blomqvist, dei compagni di viaggio con i quali ci si era oramai abituati a convivere, senza contare i restanti vari personaggi, positivi e negativi che hanno attraversato questa lunga storia di donne odiate, segregate e violate, spie e servizi segreti deviati, finanzieri d’assalto senza scrupoli, trafficanti di prostitute e pedofili, giornalisti coraggiosi allo sbaraglio ed hacker informatici dalle infinite qualità e possibilità su Internet.

La serie Millennium è una gemma, nel suo genere, da consigliare a colpo sicuro.

Libro: ‘La Ragazza In Blu’

LA RAGAZZA IN BLU

Di Susan Vreeland

Anno Edizione 2003, Pagine 169, Costo € 14,50

Traduttore M.C. Pasetti

Editore Neri Pozza (Collana ‘I Narratori delle Tavole’)

Opera d’esordio di Susan Vreeland che ha il torto del confronto, per chi come me ha già letto ed apprezzato della stessa autrice ‘La passione di Artemisia’ e ‘La vita moderna’. Se questi ultimi sono due capolavori, ‘La ragazza in blu’, che ha il merito di aver fatto scoprire al grande pubblico questa brava scrittrice, specializzata nell’abbinare la  storia dell’arte pittorica con il romanzo, ha invece il difetto di alternare momenti positivi ad altri meno.

L’idea in sé è arguta: ripercorrere a ritroso la storia di un quadro attribuibile forse a Vermeer e quella dei vari personaggi che l’hanno posseduto nel corso del tempo. Per arrivare, attraverso episodi e storie diverse, con differenti  vicissitudini personali incastonate in momenti storici di grande impatto emotivo: dalla persecuzione degli ebrei, alle streghe, o supposte tali, immolate sui roghi, fino al periodo della sua concezione e realizzazione da parte del celebre pittore.

Ogni momento di descrizione ed analisi di un dipinto da parte della Vreeland è prezioso, sorprendentemente chiaro, acuto ed efficace nella sintesi ed anche questo romanzo non fà eccezione, in tal senso. Peccato che non sempre il breve racconto (circa 170 pagine) risulta lucido e convincente, quindi a momenti di notevole intensità narrativa, si succedono o precedono altri meno brillanti. Sono anche certo però che chi leggesse per la prima volta un romanzo di Susan Vreeland potrebbe trovare questo mio giudizio troppo severo.

Libro: ‘La Ragazza Che Giocava Con Il Fuoco’

LA RAGAZZA CHE GIOCAVA CON IL FUOCO

Di Stieg Larsson

Anno Edizione 2008, Pagine 754, Costo € 21,50

Traduttore C. Cima Giorgetti

Editore Marsilio (Collana ‘Farfalle’)

Scrivendo il mio commento a ‘Gli uomini che odiano le donne’ concludevo dicendo che sarebbe stato interessante vedere se Stig Larsson sarebbe stato in grado di mantenere lo stesso livello, altissimo, anche nel secondo capitolo della trilogia ‘Millennium’.

Bene, dopo aver appena terminato ‘La ragazza che giocava con il fuoco’, posso dire che mi è piaciuto anche più del precedente. Non so se dipenda semplicemente dal fatto che dell’ultima lettura si ha inevitabilmente un ricordo più vivo, ma quello che comunque stupisce di questo scrittore, ahimè, com’è noto, prematuramente scomparso, è la maturità che dimostra in questo suo esordio nella narrativa che poi malauguratamente è diventato anche un epilogo.

Se escludiamo qualche piccola licenza sulle capacità informatiche della protagonista e qualche coincidenza narrativa che cade, manco a farla apposta, al momento giusto del racconto, per il resto siamo davanti ad un’opera splendida nel suo genere, coinvolgente, perfetta nel suo meccanismo, scritta con grande senso del ritmo e dei canoni del thriller, che incanta ed incatena il lettore dall’inizio alla fine.

Ogni personaggio, dai protagonisti principali Lisbeth e Mikael, ai comprimari, sono descritti e rappresentati in modo così chiaro che sembra quasi, infine, di averli conosciuti davvero nella realtà. Ed anche lo stesso finale, pur sapendo già che c’è un seguito, è un mirabile esempio di sintesi e di efficacia narrativa che chiude compiutamente il racconto pur rappresentando un ponte ideale con il terzo episodio.

Inutile dire che sono corso ad acquistare anche il terzo ed ultimo episodio, ‘La regina dei castelli di carta’, che ho già iniziato a leggere. Nel suo genere comunque ‘La ragazza che giocava con il fuoco’, anche come episodio a sé, è un capolavoro.

Libro: ‘La Passione Di Artemisia’

LA PASSIONE DI ARTEMISIA

Di Susan Vreeland

Anno Edizione 2009, Pagine 318, Costo € 16,50

Traduttore F. Diano

Editore Neri Pozza (Collana ‘I Narratori delle Tavole’)

Se per caso, com’è successo a me, avete già letto ed apprezzato ‘La vita moderna’ della stessa Susan Vreland, a maggior ragione andate sul sicuro con ‘La passione di Artemisia’.

La storia di Artemisia Gentileschi è decisamente più dura di quella che raccontava l’autrice a proposito di Renoir nell’opera successiva. Perché questa donna, nel 1600 dei Medici, Buonarroti, Galilei ed i tribunali dell’Inquisizione,  dopo aver subito la peggiore delle offese per una ragazza in giovane età, che a quei tempi (soltanto?) colpevolizzava la vittima anziché il carnefice, è riuscita ad affermare comunque coraggiosamente la sua personalità, la sua sensibilità, lo spirito libero ed il suo talento, grazie ad una passione infinita per la pittura, andando contro tutto e tutti, per lasciare infine una impronta significativa nella storia dell’arte.

Il romanzo si legge tutto d’un fiato, scorre che è un piacere, pur raccontando fatti di rara intensità emotiva. Scusate se è poco… S’impara a guardare le opere pittoriche con un occhio diverso, a capire il processo creativo, la ‘sofferenza’ interiore dell’autore e non ultimo si viene immersi nel contesto del tempo, le ingiustizie e le contraddizioni, perpetrate specialmente nei riguardi delle donne. Capolavoro!

Libro: ‘La Città Dei Ladri’

LA CITTA’ DEI LADRI

Di David Benioff

Anno Edizione 2009, Pagine 309, Costo € 17,00

Traduttore M. Rossari

Editore Neri Pozza (Collana ‘I Narratori delle Tavole’)

David Benioff vive a Los Angeles, è scrittore e sceneggiatore cinematografico di successo. I nonni sono emigrati a suo tempo da Leningrado ed hanno vissuto in prima persona il dramma e l’orrore, dapprima delle purghe staliniane e poi l’assedio di questa città da parte dei nazisti, durato 900 giorni. Il romanzo inizia con l’autore che intervista il nonno per farsi raccontare questa terribile esperienza. In particolare la settimana nella quale è sprofondato nell’inferno più terribile della guerra e, per salvarsi dalla fucilazione, gli è stato chiesto di procurare… 12 introvabili uova per la torta della festa nuziale della figlia del comandante della polizia segreta. Gli è stato affiancato un disertore, Kolja, che durante questi giorni, pur molto diverso da lui caratterialmente, diventerà il suo migliore amico. Troverà inoltre in un infallibile cecchino della resistenza, studentessa di Archangel’sk, la donna che tre anni dopo diventerà sua moglie. Ha solo 17 anni, Lev, ma in questo breve lasso di tempo è costretto a diventare di colpo un uomo.

Quando l’autore vorrebbe infine che il nonno fosse più preciso riguardo alcuni dettagli, lui gli risponde, un po’ infastidito, che lo scrittore è lui, quindi che s’inventi quello che ancora gli manca  per completare il quadro.

In questo curioso dialogo iniziale risiede la ‘contraddizione’ di fondo di questo interessantissimo romanzo che, fra realtà e fantasia, in poco più di 300 intense pagine ha perciò come tema centrale l’amicizia e l’amore, sentimenti universali, che appaiono così stridenti con il contesto terrificante nel quale si realizzano.

E’ un racconto caratterizzato da momenti ironici e persino divertenti ed altri di grande tensione e raccapriccio, descritti senza lesinare particolari d’ogni genere. In questo sottile equilibrio si possono distinguere le sue qualità (tante) ed i difetti (pochi). ‘La città dei ladri’ è in definitiva un saggio di grande sintesi narrativa, che si legge con scioltezza e contiene parecchi momenti di grande impatto emotivo.