Film: ‘Il Petroliere’

IL PETROLIERE

Il PetroliereTitolo Originale: There Will Be Blood

 Nazione: USA

Anno:  2007

Genere:  Drammatico

Durata:  156’  Regia: Paul Thomas Anderson

Cast: Daniel Day-Lewis (Daniel Plainview), Eli e Paul Sunday (Paul Dano), Dillon Freasier (H.W. Plainview-Ailman), Kevin O’Connor (Henry Brands), Ciàran Hinds (Fletcher Hamilton), David Willis (Abel Sunday), Mary Elizabeth Barrett (Fanny Clark), Colleen Foy (Mary Sunday), Hans R. Howes (Bandy), David Willis (Abel Sunday)

TRAMA: La storia si svolge nell’arco di una trentina d’anni, a partire dal 1898. Daniel Plainview è un solitario cercatore d’argento in California, un lavoro pericoloso e usurante, a spaccare roccia con il piccone in grotte sotto terra. Un giorno si rompe una gamba cadendo da una scala a pioli ed è costretto a cambiare attività. Daniel è un uomo di poche parole ma di grande intuito: individualista, ambizioso, determinato e sempre in competizione. Si associa per un po’ ad alcuni uomini e diventano ricercatori di petrolio, un minerale che nel frattempo sta diventando più remunerativo dell’argento. Quando muore uno dei suoi compagni, travolto in un incidente dentro il pozzo in corso di perforazione, Plainview si prende cura del suo bimbo di pochi mesi, H.W., già orfano della madre. L’obiettivo non è quello di assumersi una benemerita responsabilità, ma di servirsene a scopo d’immagine, spacciandolo per suo al fine di ben impressionare i proprietari delle terre e spingerli a cedergli le loro proprietà. Negli anni a seguire però s’affeziona al ragazzino e lo porta sempre con sé, cercando d’insegnargli i trucchi del mestiere e come trattare con la gente. Quando Daniel ha già messo da parte un bel gruzzolo, si presenta nel suo improvvisato ufficio un giovane, Paul Sunday e per un’anticipo di 500 dollari gli rivela che sul terreno dei suoi genitori, piuttosto lontano dal primo centro abitato, il petrolio addirittura affiora in superficie. Daniel e H.W. si recano con un diversivo presso la modesta fattoria dove Abel Sunday li accoglie comunque con ospitalità. Il giorno seguente, appurata la veridicità dell’indicazione di Paul, Daniel si offre di acquistare tutto la proprietà, che in fondo non è più che una pietraia incoltivabile. Abel sarebbe disposto a vendergliela per un cifra modesta ma il figlio Eli, gemello di Paul, il quale non è più tornato a casa nel frattempo, intuisce l’obiettivo del petroliere e gli chiede diecimila dollari, cinquemila subito e la rimanenza in seguito, per la costruzione di una chiesa, della quale egli si è autoproclamato pastore, riuscendo con la teatralità dei suoi sermoni, a circuire gli abitanti della zona e farli diventare suoi proseliti. Daniel acquista tutti i territori confinanti, tranne uno, prospettando ai proprietari nuovo lavoro ed il sostanziale miglioramento del loro tenore di vita, oramai ridotto al limite della sopravvivenza. Costruita la stazione di trivellazione, i risultati sperati non tardano ad arrivare, ma proprio nel momento in cui il petrolio sgorga violentemente all’esterno, H.W. viene sbalzato dal tetto sopra il quale stava assistendo ai lavori ed a causa del fortissimo spostamento d’aria, rimane irrimediabilmente sordo. I rapporti fra Daniel ed Eli nel frattempo peggiorano, perché il petroliere lo considera un ciarlatano, non paga il saldo dell’accordo ed un giorno, stanco delle sue rimostranze, lo pesta, scaraventandolo nel fango. Intanto, attirato dalle notizie pubblicate sulla stampa, spunta Henry, un fratellastro di Daniel, mai conosciuto in precedenza, il quale esibisce alcune prove sulla sua identità e chiede di restare. Daniel lo accoglie bene, dopo le iniziali perplessità, ma H.W. diventa geloso e tenta di appiccare il fuoco alla stanza dove, oltre a lui, dormono di solito Henry e Daniel, il quale decide di trasferirlo in un istituto per sordi. Daniel coinvolge Henry nell’amministrazione delle sue proprietà e quando un emissario di una grossa compagnia petrolifera gli offre una sostanziosa cifra per rilevare le sue attività, egli reagisce male, spinto dalla molla della competizione e per nulla disposto a subire le pressioni. Il nodo infatti è riuscire a costruire un oleodotto per trasportare il petrolio sino al mare, dove venderlo. Henry però si tradisce e risulta essere un impostore, così Daniel lo uccide ed in seguito accetta di soddisfare la richiesta di conversione, davanti ad Eli ed i suoi fedeli riuniti in chiesa, quando l’ultimo proprietario che non gli ha ancora ceduto il diritto di passaggio per i tubi dell’oleodotto, gli pone proprio quell’unica condizione in cambio. L’accordo comporta anche il ritorno di H.W., verso il quale Daniel prova davvero affetto, pur essendo un uomo di ghiaccio nei rapporti con tutti gli altri esseri umani. Eli acquisisce ancora più credito presso i suoi parrocchiani, in maniera sempre più enfatica e teatrale, ma decide infine di partire, non trovando ulteriori sbocchi per soddisfare le sue ambizioni. I rapporti fra Daniel ed H.R. s’interrompono bruscamente alcuni anni dopo, quando H.W. è oramai adulto e rivendica il diritto di costruirsi una vita autonoma, anziché rimanere relegato nella lussuosa residenza dove si è rintanato Daniel da tempo, alcolizzato, insopportabile e rancoroso nei confronti di tutto il mondo intorno. Come reazione ai propositi di H.R., gli rivela di non essere il suo vero padre, umiliandolo davanti al logopedista che lo segue da tempo. Anche Eli infine si presenta in quella stessa grande dimora per proporre quello che crede sia un affare a Daniel, ma pure per lui è il momento della resa dei conti.   

VALUTAZIONE: un’opera complessa ed ambiziosa, come la personalità del protagonista della storia messa in scena da Paul Thomas Anderson, il quale è considerato un autore fra i più estrosi e talentuosi del panorama attuale, seppure in alcuni momenti pecca un po’ d’ermetismo ed equilibrio. Sono parecchi comunque i momenti di grande cinema, ad iniziare dai primi quindici minuti, nei quali il regista da sfoggio del suo virtuosismo. Straordinaria l’interpretazione di Daniel Day-Lewis, premiato con l’Oscar. Le musiche di Jonny Greenwood dei Radiohead contribuiscono a rendere l’opera suggestiva e particolare.                                                                                                                                                                                                               

 Io sento la competizione in me… io non voglio che gli altri riescano!…‘. E’ una sorta di mantra che Daniel Plainview ripete, per primo, a se stesso, come se fosse parte del suo DNA. Le due frasi, volendo, si possono anche disgiungere e non sono per forza di cose conseguenti una all’altra, ma nel suo caso il successo non è soltanto la finalizzazione dei suoi obiettivi, ma la vittoria conseguente al fallimento altrui, di colui che considera di volta in volta il suo ‘competitor’, appunto.

Il petroliere 13Già a partire da questa duplice affermazione si ha la misura di un’opera sottile, che non si limita a sondare la grezza superficie della pionieristica rincorsa alla scoperta dei pozzi petroliferi in California all’inizio del secolo scorso, ma scava, per usare un termine pertinente con la ricerca del petrolio nelle viscere della terra, la profondità dell’animo del protagonista, diventato con il tempo un ricco petroliere, capace di tenere testa alle grandi compagnie petrolifere che cercavano di accaparrarsi tutti i territori più promettenti dal punto di vista dei giacimenti, per quello che di lì a poco sarà definito come l’oro nero.

Il petroliere 05Daniel poi aggiusta il tiro in una frase che potrebbe essere considerata in generale anche a sé stante, ma nel suo caso invece completa la precedente: ‘…io guardo le persone e non ci trovo niente di attraente. Io vedo il peggio delle persone…‘. Si comprende meglio allora perché egli agisce da ‘cane sciolto’, per usare un’efficace espressione metaforica: freddo, cinico e distaccato, come le musiche di Jonny Greenwood del gruppo dei Radiohead che accompagnano spesso le immagini del film, a partire dalle prime inquadrature, il cui sonoro in realtà ricorda da vicino la ‘micropolifonia’ di Ligeti, della quale abbiamo avuto efficacissimo esempio in ‘2001: odissea nello spazio’ del grande Stanley Kubrick. Ad esse forse s’ispira il regista Paul Thomas Anderson, con quei primi secondi completamente su sfondo nero che un rumore inquietante rende ancora più lungh ed inquietantii, nonostante nei titoli di coda dedica ‘Il Petroliere’ ad un altro maestro del cinema come Robert Altman, scomparso nel 2006.

Il petroliere 12In seguito Daniel aggiusta ancor di più il tiro riguardo i suoi obiettivi, dichiarando:…voglio guadagnare così tanto da stare lontano da tutti…‘. Un benessere materiale che effettivamente riesce a raggiungere, ma non certamente finalizzato, come si potrebbe pensare, a godersi un’esistenza serena ed utile a riscattare le privazioni patite in precedenza. ‘Lontano da tutti’ significa infatti emarginarsi, che è il contrario di solito rispetto al comportamento di chi invece nell’arricchimento e nel successo vede inoltre l’opportunità per distinguersi dalla massa, apparire e magari circondarsi di cortigiani che ne esaltano il raggiungimento, allo scopo, spesso neppure tanto nascosto, di beneficiarne di riflesso a loro volta. Daniel invece è come se paradossalmente, divenuto ricchissimo, avesse trovato ancora più motivo per incrementare il suo rancore, rifiuto e distanza rispetto agli altri suoi simili ed alla vita medesima. Una perfetta autonomia ed autosufficienza insomma.

Il petroliere 03Lui, per assurdo, si realizza così, disprezzando il prossimo e, non sempre a torto, vedendo davanti a sé solo avversari con cui competere e da superare a tutti i costi per realizzare il suo fine. Non è capace di vivere altrimenti e qualunque occasione gli capiti per mutare questa direzione, la rifiuta con determinazione, come se altrimenti andasse contro natura. La sua è una concezione assolutamente fondata sull’individualismo, dal quale è escluso, ad esempio, qualsiasi affetto, che fosse solo desiderio fisico verso una donna (l’universo femminile è praticamente assente in quest’opera), meno ancora per costruirsi una famiglia. E non è una questione di preferenze sessuali, perché egli è come se non contemplasse neppure tali istinti, avendo come unico interesse prima l’argento e poi il petrolio, come un’ossessione che lo tormenta e si autoalimenta di continuo, terreno dopo terreno, pozzo dopo pozzo…(leggi il resto del commento cliccando qui sotto su ’Continua a leggere’) Continua a leggere…