Serie TV: ‘Poldark’ (Prime Tre Stagioni)

POLDARK (Serie TV)

Titolo Originale: Poldark

Nazione: Regno Unito

Anno: 2015

Genere: Costume, Sentimentale, Storico

Durata: 60′ circa per ogni puntata (35 nelle quattro stagioni, l’ultima ancora inedita)

Regia: Edward Bazalgette, Will McGregor

Cast: Aidan Turner (Ross Poldark), Eleanor Tomlinson (Demelza Carne Poldark), Heida Reed (Elizabeth Poldark Warleggan), Jack Farthing (George Warleggan), Caroline Blakiston (zia Agatha), Luke Norris (dott. Dwight Enys), Gabriella Wilde (Caroline Penvenen Enys), Warren Clarke (Charles Poldark), Kyle Soller (Francis Poldark), Ruby Bentall (Verity Poldark Blamey), Phil Davis (Jud Paynter), Beatie Edney (Prudie Paynter), John Nettles (Ray Penvenen), Harry Richarson (Drake), Ellise Chappel (Morwenna), Tom York (Sam), Christian Brassington (Ossie Whitworth), Josh Whitehouse (Hugh Armitage)

TRAMA: di ritorno in Cornovaglia dalla Guerra d’Indipendenza Americana, dove è stato ferito e sfregiato in volto, Ross Poldark è convinto che il peggio sia passato e ad attenderlo a casa ci siano il padre, un sostanzioso patrimonio e la bella fidanzata Elizabeth. La delusione è forte quando scopre invece che nel frattempo il padre è morto, lasciando soltanto debiti e la fidanzata, credendolo deceduto a sua volta, si è promessa sposa nel frattempo a Francis Poldark, cugino di Ross. Superato il duro colpo, quest’ultimo, con quello che gli è rimasto, cioè una modesta casa di campagna, la tenuta di Nampara ed una vecchia miniera, la Wheal Leisure, si presta con nobiltà d’animo a non far mancare il lavoro alle povere famiglie dei dintorni, che possono sopravvivere soltanto grazie al modesto seppure pericoloso sostegno dato dall’estrazione del rame, con il quale però anche le finanze di Ross potrebbero risollevarsi. Il quale coltiva anche un altro obiettivo, cioè recuperare il rispetto per il nome dei Poldark, messo a dura prova dal padre. Per coltivare i campi e svolgere le faccende di casa però non basta una coppia di vecchi ubriaconi, così assume come domestica una giovane donna, Demelza, salvandola da un pestaggio. A rendere ancora più complicati i suoi sforzi, Ross si trova però a fare i conti con George Warleggan, un banchiere altezzoso, arrogante e cinico, che mira ad acquisire il monopolio delle attività minerarie della zona. L’incompatibilità fra loro è evidente sin dal primo approccio e Warleggan non esita quindi ad intraprendere qualsiasi azione utile e spietata pur di mettere in difficoltà Ross. Elizabeth per contro non ha dimenticato il suo ex fidanzato e nonostante sia andata in sposa a Francis ed abbia avuto un figlio da lui, i suoi sentimenti per Ross sono rimasti forti e difficili da nascondere. La vecchia zia Agata non esita, con le sue battute e l’innato sarcasmo, a rimarcarne l’evidenza. Comunque Demelza, non soltanto si rivela preziosa e capace in casa, ma la sua dolcezza e ragionevolezza colpiscono Ross che s’innamora di lei. Il rapporto conflittuale fra Warleggan e Ross s’inasprisce ulteriormente quando il primo riesce con uno stratagemma finanziario ad assumere il possesso della miniera Wheal Leisure. Poldark però non si dà per vinto e con l’aiuto del cugino Francis mette in funzione la vecchia ed abbandonata miniera di Wheal Grace, dalla quale oltre al meno pregiato stagno cerca di estrarre il più prezioso rame, scavando a fondo per trovarne un vecchio filone. Quindi sposa Demelza e nasce una figlia che però muore presto per un’infezione. Francis a sua volta resta intrappolato nella miniera ed Elizabeth, rimasta vedova, nonostante sia ancora innamorata di Ross e lui senta ancora forte l’attrazione per lei, pur amando al tempo stesso Demelza, accetta di diventare moglie di Warleggan che le assicura, così come non era riuscito a Francis, un futuro di agiatezza. Questo legame rappresenta per Warleggan anche un’ulteriore provocazione nei confronti di Ross. Nella vicenda mano a mano entrano personaggi che assumono importanza narrativa come il dottor Dwight Enys, amico di Ross e la ricca ereditiera Caroline che diventerà sua moglie. Più avanti ancora, alla morte del padre di Demelza che l’aveva ripudiata per aver disobbedito ai suoi ordini sposando Ross, i due fratelli di lei si trasferiscono a Nampara. Il più giovane, Drake, s’innamora, ricambiato, di Morwenna, cugina di Elizabeth, nonostante Warleggan invece se ne voglia servire per maritarla ad un prete sessualmente disturbato che appartiene però ad una famiglia altolocata che può assicurargli potere e cariche sempre più prestigiose. La ‘Guerra dei Sette Anni’ che vede fra i contendenti gli inglesi ed i francesi nel frattempo minaccia anche le coste della Cornovaglia, con Ross che rischia la vita oltre Manica per salvare Dwight, rimasto prigioniero dei francesi, dopo essersi imbarcato come medico militare non solo per obbligo morale nei confronti della patria. I rapporti sempre più tesi fra Warleggan e Ross, anche per via di Elizabeth, che ingelosisce a sua volta Demelza, rappresentano ulteriori momenti di rilievo di una trama che si svolge fra continui colpi di scena e si presume che nella quarta stagione possa riservare ancora molti sviluppi, piacevoli e meno…  

VALUTAZIONE: una serie TV ambientata nei magnifici scenari naturali della Cornovaglia fra il XVIII ed il XIX secolo, che racconta una vicenda di fantasia ma in un contesto storico almeno in parte veritiero e ben rappresentato. I caratteri dei personaggi sono un po’ tagliati con l’accetta, per così dire e chiaramente suddivisi in buoni e cattivi. Grandi sentimenti, carisma e nobiltà d’animo di alcuni; spietatezza, cinismo ed arrivismo di altri; la miseria del popolo affamato e spesso persino bersagliato dalla sfortuna, costituiscono un mix ideale che, nonostante le contraddizioni, comunque coinvolge ed affascina. Tratta dalla saga scritta da Graham Winston, questa Serie TV si distingue e si fa apprezzare anche per i dialoghi spesso brillanti e narrativamente efficaci. ‘Poldark’ perciò non delude le aspettative, anche perché i personaggi principali sono rappresentati in maniera ineccepibile da attori assolutamente all’altezza del ruolo.  

‘La F’ (Effe) è un canale prodotto dal gruppo Feltrinelli e da un po’ di tempo fa parte della piattaforma satellitare Sky, attraverso la quale sta proponendo alcune serie TV realizzate originariamente dalla BBC (poi ritrasmesse su canali in chiaro come Cielo e Canale 5), che sono la riduzione o la trasposizione di alcuni grandi romanzi come ‘Guerra e Pace‘ di Lev Tolstoj, ‘Casa Howard‘ di di Edward Morgan Forster ed alcune delle opere più note della scrittrice Jane Austen, come ‘Orgoglio e Pregiudizio‘ e ‘Ragione e Sentimento‘, senza dimenticare quella dedicata a ‘Victoria‘ la celebre regina del Regno Unito. Tutte opere che meritano la visione anche se per noi trattano eventi legati essenzialmente alla storia anglosassone, se si eccettua forse la prima citata. Il comune denominatore fra loro è che sono realizzate con grande professionalità e senza lesinare nelle spese, mettendo in luce interpreti che grazie ad esse hanno ricevuto una spinta considerevole per la loro carriera attoriale. ‘Poldark’ dal punto di vista autoriale è forse l’opera meno nota, scritta da Graham Winston, che non è un autore molto noto ma non da sottovalutare e dalla cui penna è uscito un romanzo come ‘Marnie‘, la cui trasposizione sul grande schermo porta la firma niente meno che di Alfred Hitchcock.

Raccontare una Serie TV, riferita in questo caso e differentemente da molte altre, anziché ad un singolo romanzo, suddiviso in più annate per lo schermo, ad una vera e propria saga che nasce nel 1945 e si conclude nel 2002 (l’autore è deceduto l’anno seguente) e che conta quindi ben quattordici titoli, seppure fra i primi quattro e gli altri c’è un buco di venti anni, non è certo facile, se non altro dal punto di vista della sintesi. Non fosse altro quindi per riassumerne anche solo il contesto e gli eventi che si susseguono di puntata in puntata con continui capovolgimenti ma sviluppi in buona parte prevedibili in un contesto storico però molto movimentato.

I primi tomi sono dedicati singolarmente ai personaggi principali della saga, in particolare il primo, il secondo ed il quarto, rispettivamente a Ross Poldark (Aidan Turner), la moglie Demelza (Eleanor Tomlinson) e l’odioso loro nemico Warleggan (Jack Farthing). Il terzo capitolo è dedicato dallo scrittore inglese a Jeremiah Poldark, figlio di Ross e Demelza, un personaggio che nella Serie TV non ha avuto sinora praticamente alcun ruolo di rilievo, a differenza invece di Elizabeth (Heida Reed) attorno alla quale e lungamente s’intrecciano i rapporti fra i tre citati in precedenza. Forse allora possiamo considerare ‘Poldark’ un caso del tutto anomalo nel panorama delle Serie TV, seppure ancora da verificare nel tempo, se consideriamo che il numero dei tomi dai quali è tratto potrebbe dovesse risultare alla fine in numero superiore rispetto alle stagioni trasposte sullo schermo. Di sicuro, nel momento in cui ne sto scrivendo questo commento, siamo arrivati alla fine della terza stagione, che conta di suo nove episodi, dei trentacinque previsti includendo anche la quarta stagione, attualmente ancora inedita in Italia.

E allora seguiamo pure la traccia indicata dallo scrittore Graham Winston incentrata sui personaggi più importanti della sua opera, unitamente alla mirabile ambientazione, sullo sfondo di vicende storiche a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo. Iniziamo perciò da Ross Poldark, l’eroe maschile, per così dire, tanto testardo, quanto generoso; tanto tenebroso, quanto in fondo è vulnerabile nei confronti delle donne che ama, cioè Elizabeth e Demelza. Ross è fedele ai suoi principi da pagarne le conseguenze, che siano dipendenti dalle angherie di George Warleggan, tutte improntate ad uno sfrenato egoismo, arrivismo e sete di potere, oppure dal non volersi sporcare le mani con il potere stesso, se ciò significa scendere a compromessi con i suoi principi, anche nell’accettare di assumere cariche che in fondo potrebbero rappresentare una svolta per il bene della sua comunità, anziché per il proprio, come molti altri sono d’uso fare. Tanto è rispettoso del sentimento puro e forte dell’amicizia, sia che la conceda o che la riceva, quanto è invece confuso fra il restare fedele alla donna che ama e rappresenta l’essenza della ragionevolezza oppure a rischiare la sua credibilità per quella che personifica il cosiddetto ‘amour fou‘, perchè se Corneille diceva ‘…ti amo perché te lo meriti…‘, Racine obiettava che l’amore è una sorta di malattia e non si può decidere quando prenderla o guarirne…(leggi il resto del commento cliccando qui sotto su ’Continua a leggere’). Continua a leggere…