Film: ‘L’Ultimo Spettacolo’

L’ULTIMO SPETTACOLO

L'Ultimo SpettacoloTitolo Originale: The Last Picture Show

 Nazione: USA

Anno:  1971

Genere:  Drammatico

Durata: 118’  Regia: Peter Bogdanovich

Cast: Timothy Bottoms (Sonny Crawford), Jeff Bridges (Duane Jackson), Cybill Shepherd (Jacy Farrow), Ben Johnson (Sam), Cloris Leachman (Ruth Popper), Ellen Burstyn (Lois Farrow), Eileen Brennan (Genevieve), Clu Gulager (Abilene), Sam Bottoms (Billy), Sharon Taggart (Charlene Duggs), Randy Quaid (Lester Marlow), Joe Heathcock (Sceriffo), Bill Thurman (coach Popper), Barc Doyle (Joe Bob Blanton), Jessie Lee Fulton (Sig.na Mosey), Gary Brockette (Bobby Sheen), Helena Humann (Jimmie Sue), Loyd Catlett (Leroy), Robert Glenn (Gene Farrow), Noble Willingham (Chester) 

TRAMA: Siamo nei primi anni cinquanta, alla vigilia della guerra in Corea e la vita scorre squallidamente monotona nel paese immaginario di Anarene nel Texas. Il vento gelido sferza incessantemente la strada principale, quasi sempre deserta, a parte Billy, un ragazzo ritardato che la spazza di continuo con la scopa. Sam, detto ‘il leone’, è un uomo maturo ed è il proprietario degli unici locali pubblici di svago: un bar, una sala biliardo ed un cinema. I ricordi di gioventù s’intrecciano in vario modo con alcune delle storie degli abitanti del paese. L’argomento d’attualità è legato allo scarso valore della squadra locale di football americano, dove militano alcuni giovani del paese i quali, più che incapaci, sono considerati poco combattivi. Per il resto la routine e la noia regnano sovrane, appena scosse dalle pulsioni sessuali degli stessi giovani oramai vicini alla maggiore età. Duane e Sonny sono amici e guadagnano quattro soldi lavorando come operai nelle misere attività della zona. Jacy, figlia di un imprenditore, è bellissima ed è la ragazza di Duane. Sua madre, quand’era già sposata, aveva avuto una storia travolgente con Sam, ma poi aveva preferito la grigia sicurezza economica del marito, limitandosi a qualche fugace scappatella con Abilene, un uomo di pochi scrupoli. Jacy non è innamorata di Duane, anche se è un bel giovane ma ingenuo e senza grande personalità; le fa comodo però accompagnarsi a lui, in attesa di un’occasione migliore, per non apparire da meno con le amiche. Sonny è un ragazzo sensibile che scherza sempre con Billy, ma è senza coraggio ed iniziativa. Sta assieme a Charlene da un anno, per abitudine, una ragazza volgare e di scarso appeal e poi si lascia trascinare nel letto da Ruth, la moglie del suo coach, più vecchia di lui, insoddisfatta e combattuta fra la voglia di trasgressione e le crisi di coscienza. Jacy è ancora vergine ma sa benissimo come utilizzare la sua sensualità. Per entrare in un giro di ricchi snob accetta di partecipare ad un party dove tutti si devono spogliare prima di tuffarsi nella piscina della villa. Poco importa se lei ci entra con l’orologio al polso che le ha appena regalato Duane, al quale è costato sei mesi di paga. Sarebbe persino disposta a concedersi al padrone di casa, Bobby, per togliersi il fardello della verginità ma lui considera tale compito troppo fastidioso e preferisce lasciarlo ad altri. Così Jacy sceglie di farlo con Duane in un motel, dove però quest’ultimo, complice un eccesso di tensione, la prima volta fa cilecca. E’ necessario un altro appuntamento per riuscire nell’impresa, dopodiché Jacy liquida Duane. Durante una veloce puntata di Duane e Sonny in Messico per smarcarsi dalla noia, Sam muore improvvisamente e Duane al ritorno decide di trasferirsi in città. Jacy, rimasta delusa per non essere riuscita a conquistare Bobby, si avvicina allora a Sonny che ha sempre avuto un debole per lei, provocando la reazione di Duane, quando torna guidando un’auto di lusso usata, il quale dopo un diverbio aggredisce Sonny e lo ferisce ad un occhio con una bottiglia rotta. Ruth resta inutilmente in attesa che quest’ultimo la raggiunga a casa come al solito, mentre Sonny è stato convinto da Jacy a fuggire per sposarsi e mettere i suoi genitori davanti al fatto compiuto. Il padre però li raggiunge e riporta la figlia a casa, la quale peraltro non si duole più di tanto, già soddisfatta per aver assaporato il gusto dell’avventura. Billy viene investito da un camion e muore, mentre stava spazzando la strada come d’abitudine. A Sonny non resta che spostarlo ed abbracciarlo un’ultima volta mentre il vento sferza come ogni giorno la strada di Anarene, dove anche il cinema ha chiuso nel frattempo per mancanza di spettatori. Duane infine parte per la Corea, dopo essersi riappacificato con Sonny ed avergli affidato la sua auto. Chissà se tornerà.

VALUTAZIONE: un’opera che a distanza di quarantacinque anni non ha perso nulla della sua efficacia ed intensità nel descrivere le contraddizioni etico-sociali e generazionali che affliggono un paese di provincia degli States alla vigilia della guerra in Corea. La rigorosa ambientazione, in un crudo bianco e nero, sembra rifarsi alla lezione del neo-realismo, comunque lontana mille miglia dallo show business di Hollywood. A tutt’oggi stupisce ancora la schiettezza con la quale presenta scene a sfondo sessuale che coinvolgono alcuni fra i protagonisti, destinati a diventare delle star. 

Inserito nel novero dei cento migliori film prodotti negli Stati Uniti che sono conservati nella Biblioteca del Congresso, ‘The last picture show’ di Peter Bogdanovich, critico cinematografico prima ancora che regista, ha contribuito a lanciare alcuni giovani attori i cui nomi, dopo questa esperienza, in seguito sono entrati nel cast di molte pellicole di successo.

L'ultimo Spettacolo 03Il riferimento è a Jeff Bridges, Timothy Bottoms, Sybill Shepherd, Ellen Burstyn e Randy Quaid, esordienti o poco più in questo caso, accompagnati da interpreti già noti all’epoca al grande pubblico come Ben Johnson e Cloris Leachman (che molti ricorderanno successivamente nei panni della mitica Frau Bluecher in ‘Frankenstein Junior’ di Mel Brooks: ogni volta che pronunciava il fatidico cognome, i cavalli nitrivano per il terrore!). La Leachman è stata premiata con l’Oscar proprio per questa sofferta interpretazione, al pari di Ben Johnson, qui nei panni di un uomo il cui carisma è ancora in linea con il soprannome che porta (‘il leone’), seppure la parte migliore della sua vita l’ha già vissuta ed ora gli restano al più solo alcuni piacevoli ricordi ed anche qualche rimpianto.

L'ultimo Spettacolo 01‘L’Ultimo Spettacolo’ è un’opera anomala nel panorama del cinema americano, agli antipodi per stile e contenuti rispetto a quello che spesso esce dagli Studios hollywoodiani. E’ un’opera crepuscolare, nella quale non ci sono eroi, ambientata in un contesto degradato dal punto di vista scenografico e morale che non lascia margine a molte speranze di cambiamento nell’immediato. Anzi, dietro l’angolo c’è la guerra di Corea, che tante vite costerà ai giovani americani, per la gran parte ignari delle ragioni che l’hanno determinata e di ciò che li attende, quando saranno catapultati in un territorio ben più ostile della grigia strada principale di Anarene, il paesino di provincia immaginario nel quale si svolge il film di Bogdanovich e dove spira continuamente un vento teso e freddo a spazzare la via. L’iniziale e finale piano sequenza del regista americano sullo squallore del panorama sembra anticipare e poi chiudere le amare storie dei personaggi che compaiono nel corso del film.   

Last Picture Show_75 1.jpgBogdanovich, autore fra l’altro di opere come ‘Paper Moon’, ‘Ma Papà Ti Manda Sola?’ e di ‘Texasville’, che è una sorta di sequel de ‘L’Ultimo Spettacolo’, riesce infatti a delineare un quadro significativo della distanza che separa lo stereotipo dell’immagine sicura ed invincibile con la quale gli States sono tornati a casa dalla seconda guerra mondiale, rispetto alla realtà decadente, soltanto pochi anni dopo, che appare in ‘The Last Picture Show’. Nella quale anche i giovani, come il cinema che ha in programmazione appunto l’ultimo spettacolo, sembrano avere perso le speranze in un futuro che appare loro già inevitabilmente segnato. Un campione del più vasto panorama generazionale cui la Corea prima ed il Vietnam poi toglieranno molte delle illusioni residue. 

L'ultimo Spettacolo 17Il regista americano di origini serbe è stato bravo non solo a descrivere con notevole efficacia e sintesi il punto basso di un’ipotetica curva ciclica del modello ideologico-sociale americano, bisognoso attraverso la prova muscolare in Corea di riaffermare la propria supremazia e credibilità, non solo all’esterno ma soprattutto al suo interno, bensì nel rappresentare la crisi etico-morale ed esistenziale prendendo il paesino di Anarene come paradigma, nel quale si sommano le contraddizioni derivanti dalla sua modesta dimensione e posizione geografica (‘…non puoi neanche fare uno starnuto senza che qualcuno ti offra un fazzoletto. Comunque è un posto troppo squallido per continuare a viverci…) alle ragioni più universali che riguardano il sistema in senso lato…(leggi il resto del commento cliccando qui sotto su ’Continua a leggere’) Continua a leggere…